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Immagine del redattoreSara Melito

LE BARAGGE

Le ultime savane d’Europa


Ci sono, nei sogni di tutti noi, territori inesplorati, isole lontane, viaggi immaginari verso terre sconosciute. E’ il nostro animo indomito che ci porta a cercare nell’altrove ciò che possa stravolgere il nostro ordinario.

Capita talvolta che l’esotico sia a pochi passi da casa, invisibile ad uno sguardo superficiale. Guardiamo un panorama ma non lo osserviamo con cura, notiamo i grandi spazi, ma ci lasciamo sfuggire i dettagli.

Non vediamo quindi, le baragge e non sappiamo che, ultimi lembi di territorio di brughiera, questi altopiani antichissimi, sono il risultato dei depositi di fiumi glaciali di 2 milioni e mezzo di anni fa.



Un paesaggio, quello delle baragge, che colpisce immediatamente per la sua semplicità, per il suo apparire senza confini, esteso all’infinito tra l’alta pianura padana e i primi contrafforti delle Alpi; un ambiente a tratti sorprendentemente simile alla savana africana.

Sono le pianure biellesi, vercellesi e novaresi le sole ad ospitare questi ambienti, in forme di vasti altipiani tra i 150 e 350 metri sul livello del mare.

Le baragge offrono scorci spettacolari, in particolare ad inizio autunno, quando l’erba assume un colore dorato e ondeggia al vento ottobrino.

Un’escursione nelle Terre di Baraggia è davvero adatta a tutti: facili trekking a piedi, percorsi in MTB, grounding, ovvero camminare scalzi sull’erba per riconnettersi alla natura primordiale, forest bathing, i famosi bagni di alberi per succhiare tutta l’energia delle piante.

In un lontano passato le baragge si estendevano senza soluzione di continuità tra la Serra d’Ivrea e l’Alta Provincia Novarese. Oggi sono isole tra campi coltivati, vigneti e risaie e si sviluppano in 3 grandi aree:

           *Piano Rosa, che interessa i comuni di Cavaglio d'Agogna, Cavallirio, Cureggio, Fontaneto d'Agogna, Ghemme, Romagnano Sesia, in provincia di Novara e occupa un territorio di circa 1190 ettari. Questa zona è percorsa dal fiume Agogna e dai torrenti secondari Strego e Strona. Nella parte più occidentale della riserva sono presenti colture agricole, in particolare filari di vigneti.

 

*Baraggia di Candelo, chiamata anche il Baraggione. La sua area comprende i comuni di Benna, Candelo, Cossato, Massazza, Mottalciata, Salussola, Valdengo, Verrone e Villanova Biellese che si trovano nella provincia di Biella. Ha una superficie di circa 1600 ettari. Occupa un altopiano ai piedi delle prime prealpi biellesi, il torrente Cervo fa confine settentrionale e orientale, mentre ad occidente e a meridione è il torrente Ottina a delimitare la riserva naturale. È caratterizzata da tre livelli di pianura di età differenti separate da scarpate.

Il terreno è argilloso, composto da materiali trasportati dal vento. Il Baraggione è costituito da una balconata lunga diverse centinaia di metri che cade a strapiombo sulle rive del Cervo.

  

*Baraggia di Rovasenda, con al centro il caratteristico borgo omonimo risalente al 1170, anno in cui venne edificato il primo nucleo del castello, uno dei più importanti e meglio conservati del vercellese, testimone della lunga e articolata storia di queste terre.

 



 

Ma cosa vedere oltre agli spettacolari panorami naturalistici?

Di tutto e di più: in una manciata di chilometri a cavallo di tre province incontriamo Buronzo, un piccolo e affascinante borgo che custodisce un complesso fortificato unico nel suo genere, il consortile, costituito da ben 7 castelli.

Da vedere assolutamente il Ricetto di Candelo, splendido esempio ancora intatto di struttura fortificata medievale e  il priorato Cluniacense di Castelletto Cervo, un monumento straordinario per il territorio biellese e non solo. La Chiesa, risalente all'VIII-X secolo, fu ampliata una prima volta in epoca medioevale come monastero cluniacense di S. Pietro alla Garella e successivamente in epoca barocca. Conserva l'originario nartece con 5 campate di volte a crociera

Ancora il Borgo Storico di Masserano. Le sue origini risalgono all'anno 1000, vanta di un passato glorioso e fu addirittura Principato.

 

Non dimentichiamo infine di soddisfare il palato: nell’area di Gattinara e Romagnano, ottimi vini nascono da terroir unici, l’influenza alpina e il suolo di origine vulcanica, trasmettono alle uve un sapore nitido e particolare.

Il riso DOP di Baraggia, un unicum, dalle caratteristiche qualitative davvero particolari declinato in qualità da risotto come il Carnaroli, l’Arborio e il rinomato S. Andrea, al Loro, al Balilla e al Gladio, più versatili e adatti a minestre, insalate e timballi.

 

Per organizzare la tua escursione https://www.parks.it/riserva.le.baragge/

 

 

 

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