Si comincia a pedalare da Gozzano verso Bolzano Novarese fino ad imboccare la salita del Monte Mesma. Ci fermiamo un momento per visitare questo luogo pieno di storia, con il suo convento Francescano, il Chiostro e la Riserva Naturale.
La salita al Monte Mesma
Si sale poi ad Ameno, paese rinomato per l’annuale Festival Blues, che si teneva tra giugno e luglio ogni anno. La strada sale ancora, passando davanti al Santuario Madonna della Bocciola, si procede verso Miasino. Merita una citazione la splendida Villa Nigra, residenza aristocratica di campagna, tra le più belle dell’intero Cusio. La parte centrale della Villa, composta da tre nuclei, risale al ‘500. In estate sede di mostre e concerti. La prossima tappa è Armeno, il comune più settentrionale della provincia di Novara, oltre che uno dei più estesi territorialmente.
Villa Nigra
Passato Armeno si affronta la salita per Coiromonte attraversando un bellissimo bosco di faggi. Borgo di rara bellezza, Coiromonte mostra case ricche di antiche vestigia, nei tempi passati frequentate come luogo di villeggiatura per l’aria salubre, da parte della borghesia del novarese. Oggi Coiromonte è conosciuta per l’insediamento di una comunità «Mirapuri». “ Nel borgo più alto del Novarese, 800 metri sul lago d’Orta, quello che alla fine degli Anni 70 sembrava un bizzarro esperimento hippie destinato a naufragare in fretta, con gli anni è diventato parte della comunità, se non il motivo per cui nell’era dello spopolamento dei borghi di montagna, in questa frazione gli anziani restano, i turisti tornano, funzionano albergo e pizzeria. E la bottega ha ripreso a servire i 63 residenti.” (cit. La Stampa del 06.12.2016 ).
Passato Coiromonte si affronta la discesa per Sovazza, anch’essa come Coiromonte, frazione di Armeno. La discesa ci porta a Legro, il paese dipinto, passando da Carcegna con la sua notevole Torre. Scendendo si arriva ad Orta, ma noi saliamo verso il Sacro Monte, patrimonio dell’Unesco, con le sue 20 cappelle costruite tra il XVII e il XVIII secolo.
Si riprende poi la via del lago verso Pettenasco affrontando poi la salita di Pratolungo. Continuando verso Omegna si arriva ad Agrano, dove in una piccola Cappella lungo la strada, troviamo la “Morta di Agrano”, una donna vissuta nei primi del ‘700, il cui cadavere mummificato venne ritrovato intatto quando il parroco del paese, Guido Bassetti, decise di far sistemare il sepolcro femminile che si trovava nella cripta della chiesa. Sull’arcata di ingresso alla cappella si legge un monito divenuto famoso per essere stato pronunciato nel film “non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni: “Ricordati che devi morire!”.
Giunti ad Omegna si sale verso Cesara, dove si arriva attraversando il Brolo, paese dei gatti e Nonio. Qui parte la deviazione per i laghetti di Nonio, ma questo è un altro giro. Dopo Cesara e prima di Arola c’è un’altra interessante deviazione, che è quella per “la salita della Colma”. Si prosegue salendo ad Artò e Centonara verso la Madonna del Sasso da dove il panorama è spettacolare.
La discesa verso Pella ci fa riprendere un po’ di fiato e magari ci scappa anche un gelato sul lungo lago. Rientriamo da San Maurizio d’Opaglio alla volta di Gozzano.
Il giro è di ca una 80ina di km, per persone allenate, dedicandogli un’intera giornata, per godere appieno dei luoghi che si trovano sul cammino.
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